Brano tratto da l’e- book Attacco nazifascista all’Europa da 1939 – 1945 il racconto della guerra giusta vol I Pierluigi Raccagni completamente gratuito dal 23 al 27 luglio
- CITTA’ DEL VATICANO
All’indomani dell’aggressione tedesca alla Polonia gli ambasciatori di Francia e Gran Bretagna intervennero presso la Segreteria di stato vaticana per chiederne una condanna. Il clima era teso, ovviamente, perché il cardinale Maglione, segretario di stato, avrebbe osservato: ” i fatti parlano da soli, lasciamoli parlare.”
I tedeschi interpretarono l’atteggiamento vaticano a loro favore, sostenendo che era chiaro il rifiuto del Papa a denunciare la guerra di aggressione tedesca.
Questo atteggiamento nazista, però, non spiega fino in fondo la posi- zione della Santa Sede che fece comunque scalpore nelle ambasciate anglo-francesi. Non bisogna dimenticare lo sforzo della Santa Sede di evitare di compromettersi nei conflitti internazionali, in quanto conflitti politici che miravano all’odio fra i popoli.
Ma il primo settembre sull’Osservatore Romano compariva un tentativo di analizzare i fatti al di là degli interessi di parte.
Individuava quindi da parte della Germania l’affermazione del principio di nazionalità per Danzica e dello spazio vitale in vista di una revisione del trattato di Versailles da parte dell’Inghilterra e della Francia.
Si attribuiva, inoltre, fra le questioni di principio, quello dell’onore per quanto riguarda i rapporti intercorsi fra Polonia, Francia e Inghilterra. Come dire che tutti avevano ragione o tutti torto allo stesso modo.
Il comportamento di Papa Pacelli, Pio XII, in quei giorni è stata oggetto di feroci polemiche mai sopite.
La questione non si può esaminare in questa sede, ma non bisogna nemmeno far finta che nulla sia accaduto Oltretevere.
Per cui nel miscuglio antifascista non si può ignorare l’appello alla pace del Papa prima dello scoppio della guerra: “Niente è perduto con la pace, tutto è perduto con la guerra”.
Insomma si guardava ancora una volta al senso all’accordo di Monaco come al fatto che poteva far finire la guerra appena iniziata. Era un alibi per l’Occidente, e pure per l’antifascismo che non si era ancora espresso in modo unitario e combattente.
Valutando qui di seguito le reazioni da parte Occidentale alla guerra tedesca si può notare come, pur fra mille titubanze, Francia e Inghilterra iniziarono a collaborare a quel fronte democratico e antifascista che fu essenziale per la sconfitta del Male Assoluto.
L’attacco tedesco era iniziato alle 05:45 del primo settembre.
L’ambasciatore britannico Sir Neville Henderson si recò al ministero degli esteri tedesco sulla Wilhelmstrasse alle 21:00 per consegnare una nota ufficiale del governo inglese. Qui di seguito il testo: “Su incarico del Ministro degli affari Esteri di Sua Maestà e del ministro per gli affari Esteri francese, ho l’onore di fare la seguente comunicazione.
Oggi, nelle prime ore dell’alba, il cancelliere del Reich ha lanciato un appello alle forze armate tedesche dal quale appare chiaro che è in procinto di attaccare la Polonia. Dalle notizie pervenute al governo di sua maestà britannica e al governo francese risulta che truppe tedesche hanno varcato la frontiera e che sono in corso attacchi contro città polacche (…)
Sono pertanto incaricato di comunicare a sua eccellenza che il governo di sua Maestà e il governo francese adempiranno senza indugio agli impegni assunti con la Polonia, continua

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