Due piccole storie,per noi che guardiamo. Due storie vere,con nomi di fantasia,per rispetto della privacy.
Prima short story
A Natascia,nome di fantasia, che vive da noi,muore la madre che viveva a Mosca da sempre.
Natascia,un mese fa,si reca nella capitale e parla con la sorella Irina,docente di storia.
Che le dice tranquillamente che è stata convocata dal preside ,che le ha consigliato di parlare agli studenti del suo corso di storia dell’operazione speciale.
La prof.Irina,nome di fantasia,si rifiuta dicendo che non è corretta né educativa la propaganda di guerra somministrata ai ragazzi,nel nome del nuovo Zar.
Viene sospesa,con la promessa che se non si ravvede, potrà essere incarcerata per attività cospirativa contro lo stato.
Natascia non si stupisce,ma quando Irina le comunica che ormai in Russia c’è sempre meno libertà di espressione,come ai tempi di Breznev,le viene in mente che tornare in Occidente è la cosa da fare.
Storiella breve, che non è una balla,considerato che mettere gli intellettuali all’indice è prassi dell’amministrazione Putiniana reazionaria vetero stalinista, fisiologica dai tempi del dispotismo di Pietro il Grande.
Insegnare che la guerra è una cosa giusta non è nelle corde di migliaia di prof.russi,che si adeguano per avere il loro pane quotidiano.
Santoro,Orsini, & Kompagni di merende dovrebbero tenerselo in mente ogni volta che parlano delle colpe dell’Occidente che senz’altro ci sono,anche se con loro das Kapital è stato fin troppo generoso.
Nessun preside a scuola mi ha mai detto cosa insegnare di storia e filosofia: per me non è un dettaglio.
Così è inevitabile che l’odio seminato anche fra le giovani generazioni, non si fermerà fino a quando il bagno di sangue non troverà una soluzione,qualunque,per fermare la guerra, e iniziare il rancore infinito fra le parti.
Non mi chiedete come insegnano la storia in Donbas,le scuole lì sono chiuse.
Seconda short – story
Olga,nome di fantasia,di nazionalità Ucraina,mia conoscente da un mese a questa parte vive male.
Il figliolo più grande,Ivan,nome di fantasia,portato dalla madre in Italia dal Donbas nel 2014, dopo lo scoppio della guerra, è ritornato al paesello,per arruolarsi come volontario per combattere i russi.
Olga,che a volte è presa dallo sconforto perché per metterlo al sicuro in Occidente ha dovuto lavare più pavimenti che lacrime, è stata insultata ferocemente su Fb da italiani de sinistra: nazista è stato il più colto dei commenti.
Ivan non è nazista,Olga nemmeno,anzi i nonni erano fieri di aver partecipato alla guerra patriottica.
Fine: la storia sono loro

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