Il presidente  del consiglio Mario Draghi  impiegò 55 minuti per presentare il suo programma di governo.

La  Ricostruzione con la R maiuscola,auspicata da Draghi  in quella circostanza,  si portava appresso l’anno di grazia 1946,quello del referendum monarchia – repubblica e del voto alle donne.

Quello del primo governo dell’Assemblea nazionale Costituente guidato da De Gasperi, quello della collaborazione fra comunisti, socialisti, democristiani.

Pietro Nenni, Palmiro Togliatti nel primo dopoguerra rappresentavano la speranza per milioni di proletari, che dopo 20 anni di fascismo, si accingevano a ricostruire l’Italia dalle macerie della guerra: eravamo poveri, divisi, ma ricchi di idee, carichi di entusiasmo e voglia di vivere al di là della Dc e del Pci, di don Camillo e Peppone……

E’ vero che la defascistizzazione fu fermata, che i comunisti furono cacciati dal governo per prendere il Recovery Plan ante litteram ( il piano Marshall),che nel dopoguerra iniziò una guerra fredda fra Usa e Urss che in Italia si mangiò le conquiste della Resistenza.

Ma lo spirito dei tempi, il coraggio, la passione, la dignità di quel popolo oggi è solo leggenda.

E oggi è inutile rifarsi a quel miracolo etico e civile.

Il presidente della Repubblica e Mario Draghi hanno fatto di quell’anno e/o di quegli anni un esempio di grandezza dell’Italia da imitare.

Ma è solo un film in bianco e nero.

Lo scrivo con tristezza ,ma quella Italia non c’è più, perchè c’è solo il suo contrario.

Di uguale ci sono rimasti i fascisti, gli opportunisti e il piduismo dei nipotini di Licio Gelli,con una classe di mafiosi impuniti.

Non è solo un modo di dire.

Gratuitoooooo

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