Libertà e uguaglianza, sogno giacobino e poi socialista, diventato incubo nel secolo scorso per chi ha praticato la lotta di classe come guerra di religione, è oggi un ossimoro, un contraddizione inconciliabile, un’utopia che sta nei programmi scritti dell’Europa dei diritti.
Siamo, però, ineguali nella possibilità del benessere per non parlare della liberazione dallo sfruttamento.
Gli interessi meschini di parte hanno sempre generato l’incontestabile lotta per il potere: la brama dei mediocri nella società civile di arricchirsi alle spalle dei più deboli è un segno distintivo del malessere circolante.
In fondo Mattarella ha voluto troncare con un governo di alto profilo il cortocircuito della mediocrità dei politici e dei sudditi, tanto per capirci.
Sperare che ci sia una inversione di tendenza al gioco delle parti è auspicabile, rinunciare all’emancipazione dell’individuo per una società migliore accontentandosi della tranquillità esistenziale, però, sembra il limite insuperabile del mestiere di vivere nell’Europa dei lumi.
L’uguaglianza, infatti ,è continuamente negata dalla dall’ineguaglianza di proprietà e ricchezze.
Il lavoro che include l’individuo nella società, per il proletario, il neo – povero ,la classe dei non abbienti o come la si voglia chiamare, è sempre più una naturale maledizione biblica da accogliere come il minore dei mali, anche se solo lo sfruttamento del capitale umano genera ricchezza, competizione, voglia di andare avanti..
Parlare quindi di governi di rifondazione democratica, che riescano a superare sistemi capitalistici sempre più sofisticati con la lotta alle disuguaglianze, è rinnegare la realtà storica così come ereditata dai secoli passati con le sue rivoluzioni e controrivoluzioni.
Le bandiere rosse sulla società del marketing del modello cinese, ad esempio, sono la testimonianza di una eredità egualitaria che vuole nascondere, sotto il vessillo della retorica, la nostalgica consolazione del come eravamo ( il marxismo di tipo maoista).
I giacobini e i leninisti pensavano che più c’è libertà meno c’è uguaglianza, mentre il socialismo reale propendeva per un ‘uguaglianza in una povertà dignitosa ( anche se la nomenclatura marxista – leninista del Comintern ha trovato nell’antifascismo della seconda guerra mondiale l’orizzonte di un’uguaglianza da Fronte popolare contro l’ineguaglianza del nazionalismo e del razzismo fascista).
Uno può chiedersi cosa c’entra tutto questo con l’incidente della caduta di Conte e l’arrivo di Draghi: ha ragione.
Ma considerato che Grillo ha citato Platone come l’innamorato cita S. Valentino e che gli aforismi filosofici abbondano nel regno del nulla, questo spot alla filosofia è da ritenersi un semplice pro – memoria.
Minima Moralia: la decadenza della democrazia occidentale non viene dall’inevitabile pasticcio del governo Draghi a cui parteciperà pure un Salvini recuperato ai principi della rivoluzione francese.
Ai confini della tranquillità europea bussano da anni proletari affamati, assetati e tutto sommato oggetto di benevola carità quando va bene.
Marx rimane un filosofo di riferimento severo, scomodo, profondo…che, secondo me, Draghi conosce fin troppo bene.

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12 febbraio 2021 at 17:35
grazie a te, ciaoooooooo
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10 febbraio 2021 at 22:49
Piero, grazie davvero per la tua lucida analisi…..un abbraccio
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