“Dì qualcosa di sinistra”, la famosa esortazione di Nanni Moretti a Massimo d’Alema nel film Aprile del 1998 è stata ampiamente superata dalla prassi quotidiana della politica e dell’attuale situazione di non governo.

Per Pd e Leu scegliere Draghi è la soluzione razionale pro – tempore per uscire dal caos, ma il prezzo da pagare potrebbe essere salato per la sinistra o quella che rimane ( soprattutto se la Lega in qualche modo non farà barricate)

Nella storia tutti hanno detto qualcosa di sinistra. ….tranne d’Alema.

Lo diceva Mussolini sulle pensioni, lo diceva Goebbels sui diritti dei lavoratori quando era comunista, lo diceva Pol Pot sull’abolizione delle differenze di classe, lo diceva Stalin nel promulgare nel ‘1936 la Costituzione sovietica, la più bella del mondo ( anche oggi per Rizzo, il comunista dei comunisti…)

Battute pleonastiche, nessuno si offenda…please

Andare ad un governo” politico” con la regia di Supermario Draghi non credo sia un problema di identità per la sinistra istituzionale dopo l’esperienza del Conte – due, ma sia un problema di amministrazione quotidiana.

La sinistra, infatti, come comunità di intellettuali e proletari, organizzata nei grandi movimenti di massa del secolo scorso, non c’è più e non fa più paura a nessuno.

Soprattutto perchè difficilmente riesce a mettere in pratica le riforme che promette.

” Il fai qualcosa di sinistra” infatti, non è monito molto usato: la sua attuazione è problematica sempre.

Risulta invece un’iscrizione sepolcrale alle sorti della sinistra o delle varie sinistre.

Anche grazie ai Cinque Stelle dei Toninelli, l’ideologia del post ideologico voleva cancellare la divisione quasi naturale fra destra reazionaria e sinistra liberale, per andare a destra, naturalmente.

( Dibba, il capocomico del movimento ne è l’emblema in peggio, la Caporetto dei Cinque stelle la conferma)

Forse non è importante dire qualcosa di sinistra, ma, assecondando la predizione che le lunghe marce cominciamo dai piccoli passi, si può inverare la coerenza fra il dire e il fare senza bisogno di sentirsi a tutti i costi nè gli eroici eredi di una improbabile rivoluzione che cambierà il mondo, nè dei riformisti parolai.

Il reddito di cittadinanza, ad esempio, cioè un salario di inclusione nella società, è decisamente di sinistra, anche se lo hanno proposto e messo in atto i Cinque Stelle.

Può essere cancellato così, senza nessuna legge sostitutiva in aiuto a chi brancola nel buio nel mondo del lavoro perchè Draghi è contrario a ” cattivi debiti”?

Il licenziamento di 100.000 donne nel mese di dicembre ( 98% della forza lavoro) che fa pensare che il ” futuro è donna” sbandierato dalla sinistra istituzionale a volte sembra solo un marketing elettorale, avrà pur bisogno di essere affrontato da una sinistra di governo… o no?

In fondo Mario Draghi, senza nessuna concessione al politichese delle criticità e delle condizionalità, pone come prioritari gli obiettivi elencati da Sergio Mattarella nell’ultima comunicazione al Quirinale.

Lotta alla pandemia, vaccini per tutti, aiuti e sostegno immediato al mondo del lavoro, tutela della formazione dei giovani , razionalizzazione del Recovery è un programma che nei fatti potrebbe valere per qualsiasi governo di buon senso: perchè non cercare di attuarlo in modo incisivo da sinistra mettendo da subito in cantiere il blocco dei licenziamenti?

Una sinistra compassionevole alla Walter Veltroni, ad esempio, il vate della democrazia lacrimosa, che fa dello sfruttamento e dell’ingiustizia sociale uno stadio della solitudine, un romantico ed empatico suffragio verso il mondo dei persi e dei dispersi, urta proprio con la condizione degli ultimi, che ancora rimangono naturalmente ai margini della vita, non della politica.

E il fotoromanzo di una sinistra di perdenti di successo che indicano comunque la via della redenzione ad una massa indistinta di nuove povertà, mediante il dire qualcosa che non stoni, non trova riscontro pratico, soprattutto nell’attuale crisi della Repubblica.

Per fare il governo Draghi ci vuole il sì di Berlusconi’ compagno di merende dei fascio – leghisti, di Italia Viva, dei centristi, di Conte: ci sono tutti nella grossa coalizione dei clan che aspettano i soldi dell’Europa per essere europeisti.

Inutile sottolineare che Draghi era un banchiere che ha messo la Grecia in ginocchio, per il funerale c’è ancora tempo visto che il governo non è ancora nato.

Una preghiera sommessa: non dite più niente di sinistra, ma almeno fate qualcosa di centro sinistra…

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