Sia che piangi sui sedili di un Rolls Royce che sui sedili di un tram o di una metropolitana l’infelicità è sempre la stessa?

Il quesito posto da Marylin Monroe non è risolvibile sul piano esistenziale, ma su quello sociale, forse, merita una considerazione particolare da emergenza Covid.

Se siamo sulla stessa barca, dobbiamo remare tutti insieme dalla stessa parte;l’ utopia da aforisma abusato è soprattutto una menzogna grande come una casa.

Nell’affrontare una tragedia come quella dell’epidemia da Covid e crisi economica, infatti, sentire che chi ha sette case, non può comprarsi l’ottava, o che chi si lamenta è perchè non può più andare al ristorante tre stelle, tanto per fare esempi empirici banali, fa venire un conato di vomito.

I lamentosi che in questo periodo piangono miseria, abbienti per privilegi e rendite , poi, sono quelli che amano fare i conti in tasca ai più disgraziati, quelli che scendendo dal classico barcone non vogliono tornare da mamma in Tunisia o Libia (se non li hanno prima torturati, vessati e stuprati).

La spia del disagio estemporaneo dato dell’emergenza, quindi, non è il dramma e la sciagura dei nuovi poveri, ma la disgrazia di essere meno ricchi e privilegiati dell’anno scorso.

La postura morale meschina, è trasversale,riguarda il” tengo famiglia” dei frignoni che vorrebbero vivere senza pagare il prezzo della propria agiatezza.

Insomma come dice Salvini, prima bisogna pensare ai propri figli, poi ai propri genitori, poi al proprio partito, poi ai propri amici, poi al proprio conto in banca, quindi agli italiani con 49 milioni in meno.

Fausto Bertinotti, invece, si lamenta sempre del taglio dei vitalizi….dichiarando che la sinistra è morta…

Ma M. Monroe aveva colto nel segno: c’è luogo e luogo per piangere ed è sempre meglio maledire la lotta per vivere dai sedili imbottiti di una Rolls piuttosto che nella desolazione della metropolitana di New York o di un tram.

Siccome il mala tempora currunt è all’ordine del giorno trovare un posto dove piangere sulla propria vita colpita da imminente povertà è già un passo in avanti, ci sono quelli che non hanno neppure gli occhi per piangere.