E molto interessante leggere la realtà con gli occhiali del Terzo millennio.
Il Novecento, ormai considerato come l’Ottocento, viste le trasformazione ” epocali” dei primi vent’anni del secolo sembra solo un ricordo lontano.
Il Secolo breve, ad esempio, quello delle “idee assassine” secondo chi omologa fascismo, nazismo e comunismo ( l’americano Conquest e ultimamente la commissione europea), viene considerato epico, tragico,fallimentare per i milioni di morti delle due guerre, delle sue rivoluzioni, delle sue controrivoluzioni.
Così la normativa storico – epistemologica a cui fare riferimento, un esempio a cui attingere, una epifania del pensiero con la quale confrontarsi è quella dei grandi totalitarismi, con i suoi “ISMI” ontologici: capitalismo – comunismo, fascismo – antifascismo, liberalismo -statalismo: libertà e dittatura.
Ma il termine reazionario, con il quale si indicava la difesa dei privilegi di classe della borghesia ( aristocrazia),della plebe fascistizzata,delle maggioranze silenziose anticomuniste è stato abolito,quasi dimenticato.
Le classi si sono così profondamente modificate, la rivoluzione cibernetica e informatica ha cambiato così radicalmente il modo di pensare, che tutto diventa fluido, indefinito,impalpabile, quasi neutrale
Con qualche eccezione.
I vecchi e saggi storici, ad esempio, sono molto parchi nell’usare sovranismo invece di nazionalismo di destra per la lega,populismo in senso generale per i cinque stelle. Quando parlano di riforme strutturali sottolineano che sono possibili partendo dalla combinazione vetero – marxista, ( ora sociologica), di struttura e sovrastruttura.
Mentre il generone del politichese è aberrante, sia a destra, ma anche a sinistra.
Ad esempio: si ha poco coraggio a definire fascistume quello di Salvini, si confonde liberal democrazia e socialdemocrazia con comunismo, si parla a vanvera di poveri senza distinzione fra garantiti e non garantiti, si afferma che bisogna aumentare i salari e i diritti dei lavoratori senza parlare di lotte sociali.
La cosa più stravagante, però, è quella della categoria reazionario che è sempre stata intesa nella sua accezione storico – letteraria : cioè controrivoluzionario di destra.
Si cita, volutamente il leghismo come rivoluzionario, mentre è esattamente l’opposto, si passa al conservatorismo che dalla caduta del Muro di Berlino è solo patrimonio della sinistra che parla di lotta per l’uguaglianza.
Ma reazionario, controrivoluzionario, fascista, qualunquista sono considerati termini da vecchia ideologia, superata dal tempo.
Così Diba e Dima, altro esempio, fanno a gara per presentarsi come fautori della non – ideologia del terzo millennio, un grande centro pieno di rancore e scevro di ideali.
Si guardano allo specchio e non si riconoscono come veri reazionari, reclamizzano cose di sinistra e cose di destra come fossero marche di dentifricio, tanto il Web renderà il suffragio universale un sottoprodotto della democrazia.
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