Ormai è un rito a cui non ci può sottrarre. Nel regno dell’algoritmo, della scienza, di internet, della massima espressione del positivismo sembra che anche la morte, nella sua misera banalità, non venga più accettata.

Se muore  il giornalista europeista Antonio si dice che non è giusto morire così, in questo modo atroce fra i mercatini di Strasburgo: ” Inaccettabile” è stato il commento del presidente della Repubblica.

Così per i ragazzi morti in discoteca,   si è usata l’espressione” mai più”, giustamente e doverosamente, anche se tutti sanno che discoteche a norma si contano sulla dita.

Così per la caduta del ponte Morandi, così per qualsiasi evento tragico si inserisca violentemente nella nostra vita.

Eppure, a ben pensarci, non si può nemmeno morire tutti i giorni di leucemia da parte di bambini innocenti,non si può morire di guerra, di fame; una morte naturale consola il panta rei irresistibile della nostra esistenza.

E’ vero che il monito di Mattarella è sacrosanto ed è normale: fa appello al mancato senso civico di istituzioni e cittadini che in Italia procura guai là dove non ci dovrebbero essere.

Ma la non accettazione della morte è il punto dolente dell’occidente,è la presunzione che la mondanità sia eterna, è la constatazione che noi siamo padroni del nostro destino.

E’ dai tempi di Galileo che la domanda di senso filosofico sull’esistenza non è più ” perchè si vive”, ma ” come si vive”.

Nessuno è padrone del suo destino, manco fosse Putin, Berlusconi o Trump.(continua sotto)

E morire è una cosa inaccettabile per tutti.A livello filosofico, filosofico,sottolineo, la morte di Dio ha cancellato parte della nostra eredità greco -giudaico – cristiana.

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