La frase in origine ha il copyright di Octo Von Bismarck quando parlava della presunta grandezza della Germania.
L’ho elaborata per un semplice motivo: il fallimento della sinistra di questi anni ha poco a che fare con il fallimento storico della rivoluzione comunista.
La rivoluzione comunista, vincente dal punto di vista fattuale in vari paesi ( Russia e Cina su tutti), non ha mai cambiato radicalmente l’uomo come si era prefissa, lasciando macerie materiali e morali da ogni parte.
Questo, secondo me non vuol dire essere disfattisti, ma avere la consapevolezza che, ad esempio, la mia generazione che ha avuto momenti rivoluzionari altissimi ( i migliori anni della nostra vita), ha lasciato riforme e democrazia per tutti ( anche per i fascisti e gli anti -comunisti), ma poi ha dovuto ritrarsi, soprattutto nei “sinistri fru -fru in un conformismo che ai tempi belli era schifato come posizione piccolo- medio- borghese.
I rivoluzionari veri sono quindi dei perdenti,gli altri, quelli inautentici, si sono mostrati dei falliti proprio sul piano delle esistenze singole, ( dal punto di vista politico, ovvio).
La coerenza rivoluzionaria io l’ho trovata in tutti questi anni in chi ha saputo mantenere la coerenza del ” dover essere”, nella propria soggettività.
Non è per me nè un discorso moralistico, nè una versione salmodiante del materialismo storico.Il comunismo primitivo e solidale, la generosità del gesto quotidiano non sono semplice testimonianza: significa che le scelte fatte, dolorose e drammatiche hanno avuto un senso.
Senso perso completamente da ogni settore della sinistra.
Un giovane di vent’anni di oggi potrebbe votare Pd perchè antifascista, onesto coi migranti e volonteroso di far del bene. Che male c’é?
Li diamo del revisionista? ( sic!).
Gli angeli con la faccia sporca non badano alle mode di essere di sinistra, la loro irrequieta nevrosi nello stare nel marasma, è il primo passo verso l’utopia.
Venerdì 23 novembre alle ore 18,00 alla libreria Odradek, via Principe Eugenio 28 Milano presentazione del libro 1939 – 1945 Il racconto….

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