Matteo Orban e Viktor Salvini  trovatisi a Milano nella sede del governo hanno deciso che è arrivata l’ora delle decisioni irrevocabili: basta con gli immigrati senza se e senza ma.

Non è questione di politica migratoria: la questione è dichiarare guerra all’Europa partendo dai migranti per arrivare al debito pubblico.

Con la mezza rottura perpetrata a Milano, il fascio leghismo si è saldato con il nazismo di ritorno di Orban che Nikita Krusciov,senza esagerazioni, avrebbe fucilato davanti al Danubio ( visto che Viktor è nostalgico delle Croci frecciate naziste che nel 1944 ammazzarono a migliaia gli ebrei).

Figlia di una terra di sangue l’Ungheria insieme alla Slovacchia e alla Polonia è all’avanguardia per il razzismo nel mondo: zingari. gay,mussulmani, ebrei sono visti come intrusi nella grande Europa cristiana.

Ma la sintesi di estrema destra è stata un mezzo flop: migliaia di antifascisti uniti e compatti dal Pd ai centri sociali hanno affollato S. Babila che dista 4 fermate da piazza Loreto.

Di fatto non cambia niente, Salvini si è messo fuori dall’Europa, l’Europa sui migranti ha dimostrato l’inconsistenza del capitalismo occidentale di fronte alle sfide della globalizzazione.

Fra un po’ di migranti non si parlerà più.

L’autunno caldo dello spread, dei conti pubblici, dell’Ilva, della disoccupazione, della precarietà dimostrerà le scelte dell’autarchia fascio – leghista.

Vedremo cosa faranno i sindacati, e  i cinque stelle….finora complici del misfatto.

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