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4. VIENNA
Hitler però cercava pretesti per fondare il suo Reich millenario. E li cercava in tutti i modi.
Intanto doveva ritrovare lo spirito di un Reich che poteva esserci solo fra coloro i quali non erano ebrei, o meglio erano ariani, o meglio austro – tedeschi.
Così in successione vennero Vienna, Monaco, Praga e quindi Varsavia.
Nel 1938 correvano le voci sull’impreparazione dei tedeschi alla guerra, l’espansionismo violento della Germania doveva prevedere così delle tappe intermedie.
Una di queste fu Vienna e l’invasione dell’Austria.
In Austria aveva governato dal 1932 al 1934 Engelbert Dollfuss che il 12 febbraio del 1934 sferrò un attacco micidiale contro i quartieri operai di Vienna massacrando donne, bambini e socialdemocratici.
Il massacro fascista era stato attuato dall’esercito distruggendo di fatto la democrazia in Austria.
Ma Dollfuss, cristiano – fascista, amico di Mussolini, il 25 giugno del 1934 cadde sotto il piombo di un contingente delle SS austriache.
In quel caso Hitler era stato sul punto di proclamare” l’annessione” quando il colpo di stato fallì.
Ma nel 1938 l’ex imbianchino fu favorito inconsapevolmente nei suoi intenti criminosi dal cancelliere austriaco Kurt Von Schuschnig, un fascista non germanofilo, che promulgando un decreto per un plebiscito con lo scopo di rafforzare la sua posizione nell’affrontare le violenze dei nazisti austriaci, di fatto forzò la mano al Führer.
Hitler prima di invadere l’Austria si rivolse all’amico Mussolini che aveva dichiarato che i confini di quel paese confinante con l’Italia sarebbero stati difesi strenuamente e che a proposito aveva fatto marciare le truppe italiane verso il Brennero.
Le parole del Duce, però, risultarono pura retorica. Mussolini aveva invaso l’Etiopia, poi aveva partecipato alla guerra civile spagnola del 1936, contro i rossi repubblicani. L’asse nazifascista era ben saldo.
A questo punto invece dei cannoni bastarono alcuni colpi di telefono per fare dell’Austria una parte della Germania nazista.
Il principe Filippo d’Assia, marito di Mafalda di Savoia, inviato speciale di Mussolini presso Hitler, dichiarò che “l’Austria è per lui una questione oramai risolta”.
E Hitler rispose”: “la prego di dire a Mussolini che non lo dimenticherò mai”.
In una comunicazione telefonica fra Londra e Berlino venne chiarito che il ministro degli esteri Joachim Von Ribbentrop in missione a Londra, aveva ricavato un’ottima impressione di Neville Chamberlain.
Halifax ministro degli Esteri britannico concluse i convenevoli sostenendo che” la vera questione è la Cecoslovacchia”.
Il 13 marzo fra rintocchi di campane Hitler entrò a Vienna: la repubblica austriaca decadde e venne annessa al Reich.
L’Anschluss era compiuto
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