Carlo Marx non era un proletario.
Era un filosofo, borghese di nascita, che fondò il comunismo.
Oggi sarebbe considerato un radical chic da una pletora di parolai qualunquisti e pure fascisti che non riconoscono che qualcuno può essere più colto di loro, più generoso di loro, infine più uomo e umano di loro, anche se proviene dalla borghesia.
Però è anche vero che i cosiddetti radical chic di oggi non sono più la borghesia colta al servizio della causa operaia mediante studio, passione, arte, pubblicistica. ecc.
Alcuni sono patetici buffoni ( Capanna che difende i vitalizi), altri che si fanno fotografare con maglietta rossa e orologio Rolex se le vanno cercare.
Insomma l’intellettuale organico gramsciano al servizio della classe operaia è diventato negli ultimi vent’anni una macchietta della sinistra fru fru che ha poco a che fare con l’emancipazione degli ultimi.
Se è cambiato il proletariato, la borghesia anch’essa è mutata: da borghesia liberale a borghesia nera da una parte, da rossa a rosatellum dall’altra.
La borghesia rossa autoreferenziale con le sue barche e le sue spiagge, con il suo anticonformismo di maniera, con le sue letture intelligenti, escursioni intelligenti, libri di grido comunque richiamava la gloriosa storia del movimento operaio.
Ora molta sinistra, vista l’età avanzata e la storia accumulata non solo è classe dirigente, ma è vero e proprio POTERE i profitti sono loro e la cosa a cui sembrano tenere di più è mantenere il proprio status di “cuore a sinistra e portafoglio a destra”.
Strano davvero.
Una volta quando c’erano i comunisti veri la borghesia reazionaria diceva che il fattore K era il muro che si ergeva contro il progresso e la democrazia. Ora dicono che comunisti veri non ce ne sono più, o meglio i comunisti sono solo quelli ricchi.
Così i radical chic, quelli che vivono nella dacia del capitalismo dal volto umano, quelli che nel socialismo reale sarebbero stati bollati come nomenclatura sono rimasti con il cerino in mano.
Non servono alla causa dei disgraziati, non servono alla causa degli sfruttati. Scrutano l’orizzonte del capitale sperando che il patrimonio di famiglia consenta loro la libertà del bel gesto.
Sperando che da qualche parte risorga il comunismo che incrementa il patrimonio di famiglia. hanno pure loro fallito più da borghesi che da comunisti : la borghesia non viveva di rendita.
Come in tutte le cose non si può generalizzare, chi è coerente e onesto con se stesso può essere radicale e anche chic, nel buon gusto di non giudicare il fallimento del proletariato come soggetto RIVOLUZIONARIO.
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