“Chi salva una vita salva l’intera umanità”, dice il Talmud.

Invece quello che è il comune sentire, “dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno” è che “chi salva una banca salva l’umanità intera”, parodiando, senza offesa, la citazione bellissima del Talmud .

Siamo nell’ambito di una religione fra le più sacre al mondo: siamo tutti contro l’avidità delle banche, le loro porcherie, le loro delinquenziali operazioni finanziarie, ma poi non ne possiamo fare a meno.

Sono come l’aria che respiriamo, visto che da lì transitano oltre che i capitali dei ricchi, i risparmi dei poveracci fatti di pensioni, di liquidazioni dopo anni di fatica, di piccoli imprenditori alle prese con la crisi etc-

Il messaggio del Papa, durante la visita in Bangladesh, ( si salvano le banche non i disperati e la dignità umana),dove in quel paese  ha potuto constatare le miserie della minoranza musulmana dei Robynghia,  suona come l’ennesimo atto d’accusa verso chi considera il capitale in denaro infinitamente più importante del capitale umano.

Si dirà che è una scoperta non degna di un colto gesuita.

Per riempire le banche ( comprese quelle vaticane), si sono svuotati i granai, per secoli, e  il socialismo reale alla Gorbaciov è anche fallito perchè nessuna banca mondiale faceva credito alle vuote casse dell’Unione delle Repubbliche sovietiche socialiste.

In questi giorni in Italia si assiste alla polemica furibonda su banca Etruria e sulla Boschi,ministro delle riforme che avrebbe fatto pressione per salvare la banca del papà.

Quando vedo i normali cittadini che si costituiscono parte civile per i soldi persi, ricordo con rabbia quello che capitò ai miei familiari che persero i risparmi nella vicenda del Banco Ambrosiano, dove la Chiesa deviata sulla strada dello sterco del demonio, ne combinò di tutti i colori. ( Marcinkus, il banchiere di Dio).

D’altronde la crisi mondiale nel 1929 iniziò con il crollo delle banche, e quella del 2008 pure, con il fallimento della Lehman Brothers.

Quello che fa veramente schifo, è come reagiscono  i ricchi capitalisti, i motori del sistema,  agli scandali delle loro banche che vendevano e vendono spazzatura ai clienti.

Ho visto il ghigno di Zonin, quello dei vini, quello della Banca di Vicenza, che andato in commissione a testimoniare sul crollo della banca territoriale,  se ne è uscito con il sorriso di chi pensa,” io so’ io e voi non siete un cazzo”, per citare il Marchese del Grillo.

Le banche  sono veramente il braccio armato della delinquenza capitalista, della violenza e della selezione darwiniana: ma poi come facciamo a pagare le bollette della luce e a ritirare li stipendio, se lo abbiamo?.

Socializzare le banche o nazionalizzarle vorrebbe dire raccogliere i morti nelle strade; più che i conti correntisti i beneficiari della rivoluzione sarebbero i becchini. come succede nel film “Per un pugno di dollari”.

Il Papa però ha ragione.

Tra un migrante da salvare in mare e una banca sprofondata in un mare di guai, oggi si sceglie la banca.

L’ inno è chiarissimo: per i miseri implora perdono per i banchieri implora pietà.