Se non ci fosse la bomba atomica come deterrente del terrore la quarta guerra mondiale sarebbe scoppiata da un pezzo.

La fine dell’internazionalismo socialista, che sarà stato anche il frutto un imperialismo straccione camuffato, ma che  comunque aiutava alla decolonizzazione e alla lotta all’imperialismo capitalista è definitivamente cosa fatta.

La Germania con la politica della Merkel contro la Grecia e i paesi del Sud Europa, l’uscita della Gran Bretagna dall’Europa e adesso la nazionalizzazione dei cantieri di Saint – Nazaire di Macron, per difendere i posti di lavoro in Francia ai danni della Fincantieri italiana, sono semplici episodi di lotta commerciale che dicono che per avere un futuro bisogna che gli operai francesi siano contro quelli italiani, i migranti contro  i lavoratori nostrani ecc.

Succede da tutte le parti del mondo

Basta vedere quello che accade fra proletariato di Gaza e coloni istraeliani, ma, il ritorno del nazionalismo in Europa non è cosa buona visto quello che accadde nel 1939.

Il fascismo strisciante travestito da populismo, che racchiude però, vera rabbia popolare è la corona di fiori sulla tomba del socialismo solidale, umanitario,che difendeva prima gli uomini che le prerogative nazionali.

Forse è proprio questa rivincita dei vari egoismi nazionali, la vera morte dell’utopia di una fratellanza universale basata sulle diversità culturali, sulla condivisione del rispetto per l’altro.

L’unica potenza internazionalista è rimasta la Chiesa cattolica, nel nome di Papa Francesco.

Gli italiani a dire il vero sono poco nazionalisti nel senso deteriore.

Sono stati un popolo di migranti chiamati maccaronì, mafiosi, mandolinisti, spaghettari,non amano pagare le tasse,hanno indefiniti difetti, tra i quali il perenne “piove governo ladro”.

Ma, almeno, non si sentono superiori agli altri.

Quando lo fanno una pernacchia di Totò livella tutti allo stesso modo.