Massimo Carminati, milanese di nascita, romano di adozione, non ha bisogno di presentazioni.
Ex missino, ex Fuan, ex Avanguardia nazionale,ex Nar, ex legionario in Libano, contro i palestinesi, raccomandato di ferro di una porcilaia antidemocratica, anticomunista, legato alla banda della Magliana,ha dichiarato di essere contento di essere un vecchio fascista durante il processo che lo vede sul banco degli imputati per Mafia – Capitale.
Carminati, che Fioravanti camerata dei Nar, descrisse come uno sempre pronto a sparare, uccidere, rapinare è stato il collante fra fascismo armato, malavita romana e istituzioni repubblicane deviate.
Se, mettiamo il caso, qualche ex BR dicesse di essere contento di essere un vecchio comunista, Libero, il Giornale,la Verità,con Salvini, Meloni e pletora fascistoide, direbbero che è uno scandalo che gente che ha ucciso e ammazzato abbia ancora il coraggio di rivendicare la propria storia..
In questo caso, invece, la cosa strana è che nessuno abbia pensato di denunciare Carminati per apologia al fascismo, ( vedi legge Scelba), o per scarso senso del rispetto dei caduti antifascisti di quegli anni.
Le parole di Carminati fanno capire che l’Italia è ben lontana da una seria chiarificazione di quello che è accaduto nei tardi anni sessanta, settanta e inizio ottanta.
Così come fa comprendere che mentre per gli anni di piombo la galera è scattata per quelli della lotta armata, per le stragi ordite da fascisti, mafia, servizi deviati, Cia ( la Gladio di Cossiga), e altre amenità, si è preferito rimuovere il tutto.
Ci sono centinaia di libri, anche riconosciuti in sede accademico – storica, che ricostruiscono il percorso di connivenza fra una parte dello stato e i fascisti alla Carminati.
Si potrebbe dire che se qualcuno potesse parlare veramente verrebbe giù il palazzo.
Sì, il palazzo che può cadere per uno scandalo Consip, per le nuove e quotidiane ” Mani Pulite”, per uno starnuto dei Cinque stelle, per una legge elettorale mal fatta, quando si parla di stragi, di anticomunismo militare, armato che colpiva pure i democratici, mette il sigillo alla verità storica.
Quella giudiziaria non è stata mai veramente applicata ai fascisti.
Il 18 marzo quando si è celebrato il ricordo di Fausto e Iaio ho ricordato che quelli che li hanno uccisi, sono fuori dalle patrie galere.
Colpevoli fascisti e para – nazisti in Italia non ce ne sono.
La pacificazione della guerra civile strisciante di quegli anni, quindi,è quasi impossibile.
Come allora non temere che anche i vecchi comunisti anni settanta, non continuino a esserlo fino a quando i fascisti non saranno smascherati e giudicati?
Non è una rissa fra reduci, fra vecchietti spaesati dalla mancanza di ideologie, si tratta di un minimo di verità storica.
Sorprende che ci siano poche reazioni alle dichiarazioni del servitore armato della reazione
La repubblica dei nostri padri, cara ai puristi della costituzione, è antifascista,ma non è ancora anticomunista.
Fai te.