I paradossi dell’italiano vivere impressionano la pubblica opinione europea,ma non noi.

Ignazio La Russa,fedele almirantiano,ha recentemente ribadito che lui è una specie di afascista post – fascista, insomma letteralmente e ufficialmente ha dichiarato di essere anti/ antifascista.

Il gioco di parole non spaventi.

Il La Russa ha voluto sottolineare che lui è contro quell’antifascismo che non riconosce che in fondo la epopea del ventennio ha fatto cose buone.

E che Mussolini,entra a buon diritto nella storia dei nostri padri, da Giulio Cesare,passando per Togliatti, arrivando a sé medesimo

C’è la libertà di parola, in questo siamo tutti figli della Resistenza, diamine.

Ma quando sei la seconda carica dello stato di una Repubblica di stampo antifascista, dire certe cose è semplicemente sputare non solo nel piatto dove si mangia dal dopoguerra, ( i fascisti sono stati amnistiati dai comunisti nel 1948 e quindi sono regolari),ma pure sui morti che ti hanno dato la libertà.

È questo che offende tante persone comuni che, come me, hanno sentito il padre partigiano che gli raccontava che era stato condannato a morte per non aver aderito alla RSI,che aiutava i tedeschi a portare gli ebrei nei campi di sterminio.

Per cui il gioco di parole della seconda carica dello stato passa in cavalleria come nostalgia di un reduce.

Ignazio vive nel migliore dei.mondi possibili.

La sua presidente del Consiglio sentenzia che le Fosse Ardeatine furono un massacro contro gli italiani e non contro ebrei,antifascisti e dissidenti dei repubblichini da parte del sodalizio nazifascista.

Fascista sanbabilino,deputato e senatore per legislature,ras di Milano insieme al fratello,simpatico a tutti per la sua bonomia da tifoso interista…

Sieg Heil, saluto alla vittoria,è meglio