Trenta anni fa moriva ammazzato dalla mafia il compagno di Lotta Continua Mauro Rostagno.
Ad ammazzarlo Cosa nostra per mano di Vincenzo Virga e Vito Mazzarri.
Fu trucidato in contrada Lenzi vicino a Trapani dove aveva costituito la comunità di recupero Saman dopo l’esperienza di Lotta continua.
Scriverne in modo freddo e pacato è l’unico modo per non smettere di scrivere per fare altro.
Mauro, che ebbi l’onore di conoscere in una bellissima vacanza in Calabria nel 1971, non si era dato al giornalismo. Aveva fatto della controinformazione la sua arma radicale, eroica, ma anche pericolosa.
Nel 1988 i vecchi compagni che erano stati in prima fila nella difesa dei valori democratici e antifascisti erano rimasti in pochi.
Mauro non era per le istituzioni cardinalizie, quelle della retorica e dell’ipocrisia.
Era per le istituzioni autentiche che parlavano alle giovani generazioni.
Così come aveva fatto in Lotta Continua contribuendo a seminare valori positivi fra i proletari autentici con l’istituzione di rapporti comunisti.
Era serio e non serioso, intelligente ma mai arrogante, simpatico fino a farti morire dalle risate.
Me lo rammento quando nuotava nelle acque bellissime della costa calabra cantando ” per il comunismo e la libertà prendiamoci la città”.
Il presidente Mattarella lo ha ricordato.
Dovrebbero ricordarlo anche quelli che oggi hanno paura a contrastare il nuovo fascismo, oppure si sentono in prima linea perchè digitano qualche frase della liturgia democratica.
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