.Brano tratto dall’ebook 1941 Operazione Barbarossa di Pierluigi Raccagni, completamente gratuito dal 24 al 28 giugno

La lotta contro la Russia implica lo sterminio dei commissari bolscevi- chi e degli intellettuali comunisti (…) In Oriente la durezza è sempre troppo morbida, per chi opera in vista del futuro“.

Hitler 30 marzo 1941.

Cfr. Enzo Biagi, La Seconda guerra mondiale, op. cit. n. 19 pag. 584

Furono milioni i giovani tedeschi che in buona fede credettero all’av- ventura sovietica come una crociata contro l’orda bolscevica per il bene dell’umanità, almeno all’inizio della guerra nel giugno 1941.

Un fabbro diciottenne di Amburgo Henry Metelmann che divenne con- ducente di carri armati scrisse: “Ho accettato come un fatto naturale che i tedeschi per il bene dell’umanità dovessero imporre il nostro modo di vivere alle razze inferiori e alle nazioni che probabilmente a causa della loro limitata intelligenza non avrebbero nemmeno capito le nostre in- tenzioni”

Cfr. Max Hastings, Inferno il mondo, in guerra, Milano, 2011 pag. 186

Hitler era un mentitore nato, falso, bugiardo e megalomane. Su una cosa, però, fu inattaccabile.

La macchina di morte organizzata per ripulire dalla faccia della terra ebrei e comunisti era davvero impressionante.

Si trattava di 3.300.000 uomini, più di 3.000 carri armati, 600.000 veicoli, più di 7.000 pezzi di artiglieria, 5.800 aerei, 625 cavalli.

Le punte di penetrazione sul suolo sovietico erano tre:

  1. Il gruppo Armate Nord avrebbe dovuto annientare le armate sovietiche nella zona del Baltico e prendere Leningrado;
  2. Al centro si sarebbe puntato verso Mosca passando per Minsk e Smolensk. Era il nucleo centrale della guerra lampo nell’est, quello che avrebbe dato il colpo decisivo allo stato di Lenin e Stalin;
  3. A Sud i piani nazisti prevedevano la messa fuori combattimento dell’Armata Rossa in Galizia e Ucraina occidentale, per avanzare poi verso Kiev, assicurandosi i rifornimenti alimentari dal granaio d’Europa.

1941. LE COLPE DI STALIN

Certamente Stalin aveva sbagliato qualcosa se il suo alleato Hitler si apprestava al genocidio della popolazione sovietica.

Stalin fu travolto dal 22 giugno 1941 al punto da abbandonare il posto di comando per un certo periodo di tempo.

La valanga che travolse nei primi giorni di guerra le frontiere dell’URSS partiva da lontano, soprattutto dal fallimento del trattato dell’agosto 1939 con la Germania.

Come vedremo in seguito, il bilancio della guerra nei primi cinque giorni fu una catastrofe per i russi.

L’aeronautica sovietica fu eliminata dalle regioni occidentali, nei primi cinque giorni le forze tedesche avevano già preso Minsk, la capitale della Bielorussia, tutte le regioni annesse dall’URSS nel 1939 furono quindi occupate: Bielorussia, Ucraina Occidentale, Lituania, Estonia, Lettonia; i finlandesi si diressero verso Leningrado.

Stalin nella notte in cui le armate naziste invasero l’URSS dormì poco, non più di un’ora, spaventato dalla sorpresa totale dell’attacco.

Riassumiamo brevemente la posizione di Stalin sul rapporto fra l’URSS comunista e la Germania nazista.

Da un certo punto di vista l’alleanza criminale aveva una ragione d’es- sere, in fondo la Russia sovietica era rimasta fuori dalla guerra, le po- tenze capitaliste stavano soccombendo sotto il tallone dei nazisti, i territori della Polonia e degli stati baltici erano incorporati nell’impero sovietico.

C’era da stare allegri, il Patto di non aggressione dall’inizio della guerra nel settembre del 1939, era diventato un’amicizia bella e buona con reciproci scambi di informazioni e soprattutto con un sostanzioso scambio commerciale.

A proposito, tanto per descrivere la confusione che regnava nella testa di Stalin, secondo Paul Schmidt, capo dell’ufficio stampa del ministro degli Esteri di Von Ribbentrop, conosciuto con lo pseudonimo di Paul Carell, brillante scrittore di eventi militari negli Anni Sessanta del secolo scorso, fino all’ultima ora di pace gli accordi bilaterali avevano fun- zionato soprattutto per merito dei russi: “(…) dal 10 febbraio 1940 fino

alle ore 2 del 22 giugno 1941 Stalin aveva fornito a Hitler un milione e mezzo di tonnellate di grano. Con questo l’Unione Sovietica era diven- tata la principale fornitrice di cereali della Germania. Ma non solo carichi di segale, frumento avena. Erano passati anche un milione di tonnellate di petrolio grezzo, 2.700 chilogrammi di platino, manganese e cromo. Non basta. Tonnellate di cotone a non finire erano state fornite da Stalin durante i sedici mesi di amicizia, al Terzo Reich, come scriveva il trattato”.

Paul Carell, La campagna di Russia, Operazione Barbarossa – Terra bruciata, Vol. 2, Milano, 2000, pag. 23

L’URSS teneva rapporti migliori con la Germania nazista che con la Francia e l’Inghilterra, questa era la verità, poi qualcosa si incrinò…..

In patria non vi erano sentimenti pro nazisti da parte dei russi, il non capire da parte delle masse era compensato da una fiducia no a Monaco, il capo di stato romeno venne messo al corrente dell’imminente attacco dell’Operazione Barbarossa.

Hitler, dulcis in fundo, lo comunicò a Mussolini il 22 giugno.

E poi Stalin aveva sempre esaltato le virtù di quello che oggi si chiama intelligence, ma che è sempre stato chiamato spionaggio.

Stalin nel 1937 aveva dichiarato che per vincere una battaglia in guerra non bastavano i corpi d’armata dei soldati dell’Armata Rossa.

“Basta che una spia annidata nello Stato Maggiore rubi il piano opera- tivo e lo porti al nemico”.

Il servizio segreto russo si diceva fosse uno dei migliori del mondo, ma nel caso Operazione Barbarossa la politica staliniana fu sorda a qual siasi informazione sull’imminente attacco.

Si noti che, nel febbraio del 1941, il ministro sovietico della difesa Ti- mošenko aveva decretato che tutto il popolo doveva essere pronto a fronteggiare i pericoli di un attacco nemico. Nell’aprile del 1941 il consiglio di guerra russo era stato segretamente allertato per il cosiddetto fronte occidentale.