L’immagine di Marco Minniti,Walter Veltroni, monsignor Angelo Becciu e Gianni Letta alla presentazione del libro dell’ex ministro degli interni ” Sicurezza è libertà” stride fortemente con quella di Ilhan Omar, 37 anni,somala ex rifugiata, che è entrata nel Congresso Usa per i democratici.
Negli Stati Uniti la batosta reazionaria para razzista di Trump è stata in parte contenuta dalle donne, dai giovani, dai neri, dai latinos, cioè da tutto il meglio del movimento americano democratico, socialista e progressista.
Se nel ’68 la sinistra italiana comunista e socialista poteva guardare quello che i progressisti americani facevano con lo sguardo della compassione verso la retroguardia dell’internazionalismo proletario, oggi invece in Italia la sinistra tutta, da Potere al popolo fino ai renziani è unita dalla volontà di conservare il proprio orticello.
In attesa dell’uomo o della donna della provvidenza nelle varie convention o assemblee si vedono sempre le stesse facce, si sentono sempre le stesse tiritere, si pensa sempre che sarà possibile ritornare a contare qualcosa se si ricomincia da capo.
Ma per ricominciare da capo, a mio modesto parere, non si può percorrere la medesima strada, quella della conservazione autoreferenziale delle posizioni, spacciata per sana tradizione comunista.
Facciamo un esempio.
Il variegato mondo dei centri sociali snobbato dalla sinistra fru fru ( inconsistente), è tornato utile quando questa si è accorta di non avere più militanti.
Il minoritarismo va bene, se è avanguardia di studi, ricerca, contrapposizione di idee, non se passa da Putin ai cinque stelle per fare comunque qualcosa di alternativo al pensiero dominante.
La sinistra combatte battaglie facili ( un posto nel sindacato, nel consiglio comunale, in Parlamento ecc), lasciando i bisogni dei disperati alla demagogia neo reazionaria e fascista.
Per questo motivo votare a sinistra è irrilevante. Lottare a sinistra invece è determinante.
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